Riflessologia

Accolgo le persone nel mio studio a Concorezzo, le faccio accomodare sul lettino, sentire a proprio agio e rilassare. Eseguo la riflessologia plantare emozionale ed organicistica. Il primo step è quello di osservazione dei piedi e poi si passa al rilassamento e riscaldamento degli stessi. Il trattamento di riflessologia consiste in sfioramenti e pressioni nelle orbite del piede riguardanti la medicina tradizionale cinese e negli apparati del corpo relativi alla riflessologia organicistica.  Ci accompagna una musica di sottofondo rilassante. Con questo trattamento vi sentirete in armonia con voi stessi, rilassati e percepirete uno stato di completo benessere. Inoltre, effettuo la riflessologia della mano e quella del viso utilizzando per quest’ultima anche pietre come il quarzo rosa e la giada verde. Per queste ultime troverete i relativi attestasti e spiegazioni  in calce alla pagina dopo quelli che riguardano la riflessologia – la riflessologia plantare e la sua storia. Questi trattamenti olistici coinvolgono la parte più intima e profonda di noi stessi, concorrono al cambiamento interiore, stimolano i processi di autoguarigione, portano al rilassamento, al riequilibrio di mente e corpo e all’armonizzazione, ridonano vitalità e sono adatti sia a bambini che ad animali.

 

 

Iscrizione Albo di Diritto Privato al n°1860 A.MI. UNIVERSITY RIFLESSOLOGA 07 aprile 2017 Paola Maggioni

Iscrizione Albo di Diritto Privato al n°1860 A.MI. UNIVERSITY RIFLESSOLOGA- 07 aprile 2017 e Iscrizione Regione Lombardia n° 2017/RF133

“Profilo dell’Operatore
L’Operatore professionale D.B.N. riflessologo stimola la vitalità della persona attraverso la digitopressione dei punti riflessi del corpo. In particolare utilizza una tecnica che trova applicazione ottimale sui piedi e sulle mani, ma può essere applicata anche su testa, viso e orecchie, dove hanno sede punti di corrispondenza con tutte le altre parti del corpo.
La tecnica prevede la stimolazione dei punti attraverso leggere pressioni e movimenti articolari effettuati dall’Operatore con le mani e con le dita, soprattutto dei pollici, con una specifica tecnica pressoria ritmica”.

Estratto da “Catalogo dell’Offerta Formativa delle Discipline Bio Naturali” edizione 2017  a cura del Comitato Tecnico Scientifico delle Discipline Bio Naturali di Regione Lombardia.

 

 

Cos’è la riflessologia e la riflessologia plantare

La riflessologia è una tecnica olistica che stimola il sistema nervoso tramite le terminazioni nervose dei piedi di una persona: le stimolazioni arrivano al cervello della persona che sta nei suoi piedi.

Io eseguo trattamenti di riflessologia plantare sia emozionale che organicistica.

Attestato Riflessologia Plantare - corso annuale marzo 2016/aprile 2017 - Paola Maggioni

Attestato Riflessologia Plantare – corso annuale marzo 2016/aprile 2017 –

Nella riflessologia emozionale devo soffermarmi sulle emozioni che sono nate prima del sintomo, quindi è un riequilibrio delle emozioni.

Attestato corso Riflessologia Emozionale - marzo/settembre 2016 - Paola Maggioni

Attestato corso Riflessologia Emozionale – marzo/settembre 2016

Con la riflessologia organicistica stimolo il sistema nervoso attraverso gli apparati del nostro organismo.

Attestato Riflessologia Organicistica - novembre 2016/aprile 2017 - Paola Maggioni

Attestato Riflessologia Organicistica – novembre 2016/aprile 2017

La riflessologia è un trattamento olistico che ha un effetto rilassante, distensivo, tonificante, disintossicante, riattivante della circolazione sanguigna e linfatica. Inoltre la riflessologia aumenta la  produzione di ormoni e la vitalità.

La storia della riflessologia

La riflessologia è il trattamento più antico nella storia dell’uomo. L’origine del massaggio zonale riflessogeno nasce dalla notte dei tempi quando nasce l’uomo. Egli ha sempre cercato qualcosa che alleviasse i suoi dolori, utilizzando le mani istintivamente mediante, pizzicamenti, sfregamenti e tocchi. Anche noi nell’epoca moderna facciamo lo stesso, tramandando una “gestualità ancestrale” scritta nella memoria genetica stessa dell’uomo. L’uomo è parte integrante  dell’universo “microcosmo e macrocosmo” e si deve relazionare  con le grandi leggi che regolano il cosmo per stare bene.

Il massaggio riflessogeno lo si conosceva già cinquemila anni fa in Cina e in India e veniva utilizzato anche a scopo preventivo e diagnostico. In seguito, in Egitto sono stati trovati dei reperti archeologici nella necropoli di Saqqara. In una “Mastaba” (cioè un sepolcro dedicato a nobili e ai dignitari di corte), e precisamente nella tomba di Ankhmor detto “Sesi”, si è rinvenuto un dipinto murale importante per la riflessoterapia: il dipinto risale al  2330 a.C.

A Saqqara fu costruita la grande piramide a gradoni detta la “Piramide di Zoser”, primo sovrano della terza dinastia che incaricò l’architetto” Imhotep” di erigere un grande edificio funerario. E’ quasi sicuro  che a Saqqara fosse stata eretta una scuola medica.

E ora spieghiamo la costruzione di questa scuola. Imhotep era anche un gran sacerdote, architetto, medico e statista egiziano, vissuto negli anni intorno al 2600 a. C., che costruì la prima piramide a gradoni in pietra ed il complesso architettonico che la delimita. Egli venne considerato, poi, il patrono degli scribi e dei medici. In epoca ellenistica, la sua figura fu identificata con quella di Esculapio, che eresse una scuola medica, dove insegnò anche Ippocrate. Questa tomba è chiamata la “tomba dei medici”, perché vi sono rappresentate scene di interventi chirurgici e un massaggio riflessogeno plantare e palmare, sul cui sfondo è apposta la scritta: “non farmi male” (paziente) “agirò in modo da meritare la tua lode” (medico). Si presume da quanto descritto che questo tipo di tecnica terapeutica sia sorto nel bacino del mediterraneo, per poi svilupparsi in altre aree del mondo. Nell’estremo oriente la riflessologia veniva usata dagli sciamani, cioè i guaritori provenienti dall’Asia settentrionale, da cui deriva anche la parola saman = uomo che si agita.

La riflessologia considera l’esistenza di polarità complementari nel corpo umano: le antiche tradizioni rilevano punti chiave nella testa, nelle mani e nei piedi. Gli antichi cinesi pensavano all’essere umano come l’espressione di una tensione tra due poli, cioè tra il cielo e la terra. Il cielo posto sopra la testa significa creatività, rappresenta le azioni creative dell’uomo, che con il suo potere, risveglia e sviluppa la propria natura superiore, inoltre è fonte di idee, crea, apporta ordine, è veloce, senza fine, indirizzato alla ricerca e al sapere. La terra, collocata sotto i piedi, è ricettiva,  è una realtà speciale in contrasto con il potenziale spirituale della creatività, in quanto è lenta, rappresenta la natura, nutre, simboleggia la fatica, lo sforzo, è limitata e devota. Le mani sono mediatori che ci consentono di trasformare le idee in fatti.

Nell’antichità il piede era tenuto molto in considerazione dai greci e poi dai romani. In seguito, dal settecento in poi, il piede rappresentava la parte meno nobile del corpo, da nascondere.

Il piede viene anche indicato con il nome di cuore periferico, in quanto l’architettura del piede possiede nella parte centrale il triangolo profondo della volta, dentro al quale sono presenti alcune tra le più importanti vene profonde. La spremitura di queste vene e della soletta plantare, avviene ad ogni passo e costituisce la funzione vascolare più importante. Con lo studio sistematico dei riflessi e delle correlazioni tra singoli punti e organi specifici sorge la riflessologia plantare. Con l’inizio dello studio dei riflessi e con l’identificazione di un ordine spaziale costante, nasce una tecnica capace di concretizzare l’obiettivo e di pervenire alla valutazione degli effetti. Le pratiche che influenzarono la teoria zonale dell’otorinolaringoiatra statunitense William Fitzgerald (1872-1942), appartengono all’antica cultura medica di tribù dell’America centrale e settentrionale. William Fitzgerald confermò l’osservazione che uno stimolo cutaneo produceva effetti distanti, e che tali effetti erano riproducibili e ripetibili almeno empiricamente. Egli usò molto le articolazioni delle mani e dei piedi stimolandole mediante massaggio o applicando appositi strumenti con azione compressiva sui polpastrelli e riuscì a sistematizzare queste relazioni. Nel 1916 pubblicò il libro “terapia zonale”, dove per la prima volta apparve la mappa del corpo umano attraversata da 10 linee verticali provenienti, dalle dita delle mani e dei piedi in direzione della testa. Un’importante figura per lo sviluppo della riflessologia plantare fu Eunice Ingham (1888-1974), una massaggiatrice americana che, prendendo spunto dagli studi di Fitzgerald, arrivò alla collocazione di tutto il corpo nei soli piedi. Grazie a lei possediamo la base concettuale delle attuali mappe che hanno aiutato la diffusione della Riflessologia plantare. Dopo alcuni anni Hanne Marquardt ultimò  il lavoro di E. Ingham, aggiungendo le linee orizzontali e, dopo averla rinominata riflessoterapia plantare, la introdusse nel campo sanitario, dove riuscì ad avere molti consensi. Diverse scuole diffusero tale metodo in Usa, in Italia e in tutto il mondo. In occidente la riflessoterapia ha una sua impostazione scientifica ed un suo riscontro solo dal secolo scorso grazie a Fitzgerald. Egli aveva capito che, premendo zone della mano e dei piedi, si otteneva un effetto analgesico e anestetico, quindi riuscì a dimostrare che mani e piedi possono essere considerati lo specchio del corpo intero, in quanto ogni diversa componente e funzione del corpo umano ha una rappresentanza su mani e piedi. Sono singoli punti che riflettono lo stato di salute di ogni singolo organo. In conclusione, la riflessologia si occupa dello studio della mappatura di questi punti riflessi su mani e piedi ed in particolare sui piedi, utilizzandoli nel campo della salute.

 

Introduzione alla riflessologia pratica

I tre principi della riflessologia

Il particolare riflette il generale

E’ presente un’intima relazione tra la parte ed il tutto, fra il piccolo ed il grande: ogni cellula possiede le informazioni sull’intero, quindi il microcosmo riflette il macrocosmo. Ogni cellula contiene il sapere di tutte le altre cellule e, quindi, conosce il funzionamento di tutto l’organismo. Il nostro corpo non è un insieme di parti a sé stanti, ma un insieme indivisibile. Di conseguenza, trattando il particolare, si hanno effetti sul generale. Sotto questo aspetto il microcosmo, che è rappresentato dall’uomo, riassume la struttura  e l’ordine dell’universo, che a sua volta raffigura il macrocosmo. In altre parole, ogni parte dell’uomo riflette l’uomo come totalità. E questo è il principio sul quale si fondano la riflessologia e tutte le terapie olistiche.

L’esterno riflette l’interno

L’esterno del corpo è costituito della stessa matrice energetica di cui è composto l’interno, cioè esterno ed interno sono della stessa natura. Sono solo presenti forme organizzative diverse distinte da una barriera, che è la pelle, che costituisce un ruolo di scambio e di comunicazione tra interno ed esterno. Di conseguenza, se muta l’esterno, mettendo in evidenza segni sulla pelle e sul corpo, cambia anche l’interno dell’uomo, cioè le sue funzioni fisiologiche, le emozioni, la mente. In definitiva, le alterazioni della pelle stanno ad indicare modifiche all’interno dell’organismo.

Il particolare esterno riflette il particolare interno

E’ presente, inoltre, una stretta relazione fra una parte esterna del corpo e un organo interno. Il piede è apparentato con il rene. Quindi, un problema che riguarda tutto il piede, come ad esempio il piede gonfio o arrossato, rispecchia non solo l’organismo nel suo complesso, ma anche il rene. Oppure il viso nel suo insieme manifesta il cuore, ma nel viso, come anche nel piede, possiamo individuare tutto il corpo e di conseguenza, tutti gli organi. In riferimento a questo, esiste una forma di diagnosi orientale detta Bo-Shin, che si basa sulla lettura delle zone del viso collegate con organi e apparati interni.

L’anima del ricevente e dell’operatore

L’anima del ricevente: il nostro corpo – i nostri piedi ci parlano

A seconda dell’ambiente in cui si trovano i soggetti da trattare, la loro postura cambia. Di conseguenza e’ importante capire il linguaggio che deriva dalla loro postura: la maggior parte delle persone, appena si sdraiano sul lettino, incrociano i piedi o tendono ad inclinarli verso l’interno, in atteggiamento di difesa, comunicandoci nel contempo una situazione di disagio o di chiusura. Le persone con queste caratteristiche, hanno difficoltà a comunicare con il corpo e ad esprimersi fisicamente come per esempio sentirsi impacciati se devono abbracciare una persona. Il primo passo della persona, verso l’accettazione di risolvere i suoi problemi, dipenderà in gran parte da noi, dal nostro primissimo approccio per fargli superare questo atteggiamento timoroso verso la vita.

Noi operatori dobbiamo osservare questo loro primo atteggiamento, in quanto possiamo individuare come la persona si comporta ogni volta che deve affrontare una nuova situazione a lei sconosciuta.

Se i piedi e la testa del nostro cliente sono inclinati verso sinistra vogliono dire rigidità muscolare primaria da quel lato, creando una compressione dal lato destro e di conseguenza sofferenza a livello emotivo: sofferenza da ricercarsi nella sfera razionale, al lavoro, al rapporto con il quotidiano più ripetitivo più organizzativo.

Considerando una persona che si sdraia sul lettino, l’inclinazione della sua testa verso destra o sinistra ci può far capire se la persona è in atteggiamento di ricettività e metabolizzazione delle informazioni che gli stiamo trasmettendo attraverso l’emisfero cerebrale destro o sinistro. Se mentre gli stiamo parlando la testa è inclinata a sinistra sta ad indicare che, i muscoli del lato sinistro del collo sono più contratti, ci sarà una compressione delle arterie e vene su questo lato riducendo l’afflusso e il deflusso del sangue al/dal cervello con tutto quanto ne consegue, e che è in un atteggiamento recettivo emozionale, in quanto il suo emisfero cerebrale destro sta ricevendo un maggior afflusso di sangue ossigenato, sta mettendo a fuoco le immagini con l’occhio destro e ci sta ascoltando con l’orecchio destro.

La persona che sta di fronte a noi affronta in questo modo le nuove situazioni che gli si propongono di volta in volta con un atteggiamento istintivo e primordiale. Nel caso in cui il discorso verterà su di un argomento più scientifico o richiederà un’elaborazione più razionale, la persona potrebbe portare la testa dall’altro lato, invertendo completamente la polarità.

I piedi in chiusura, sono la manifestazione di una contrazione muscolare anteriore e queste persone per stare in piedi dovranno forzosamente decontrarre i muscoli anteriori e contrarre i posteriori.

Esistono altri atteggiamenti di insicurezza e stress. Quando il timore o la resistenza è soprattutto mentale ci si mette a braccia conserte, quando il timore e l’insicurezza riguardano anche la sfera sessuale, normalmente si accavallano le gambe.

L’anima dell’operatore: l’operatore deve essere una persona un po’ speciale

Come per le altre tecniche olistiche dobbiamo ricordarci sempre che siamo operatori del benessere psico -fisico e non dei guaritori: noi mettiamo in moto la capacità di autoguarigione della persona che si sottopone ai nostri trattamenti. Dobbiamo distaccarci emotivamente quali tecnici professionalmente preparati, svuotare il troppo pieno “eccesso” e riempire i vuoti “carenza”, così da rimuovere i blocchi e gli ostacoli che determinano lo squilibrio psico-fisico.

Il nostro obiettivo di riequilibrio del ricevente deve essere quello di stabilizzare la sua testa nella posizione più dritta possibile, agendo sulla contrazione e decontrazione dei muscoli che la controllano mediante l’azione riflessa dei piedi. Più svilupperemo la nostra capacità di operatori del benessere e più ci accorgeremo di come il corpo ci parla. I segreti della vita sono scritti sul corpo. La conoscenza la blocchiamo perché non siamo in grado di vivere in armonia con la vera conoscenza. Dobbiamo solo imparare a vedere, a leggere il corpo, ad ascoltare le risposte di cui abbiamo bisogno che ci provengono dall’universo e a seguire la guida che incessantemente questo ultimo ci offre.

La testa, la parte alta del corpo, il cielo per l’uomo, è per pensare. Le mani sono l’estensione del cuore per agire. I piedi sono un radicamento per andare. Ogni parte del nostro corpo riflette l’intero organismo, per esempio il volto che nella sua totalità manifesta il cuore, ma in esso e così come nel piede si basa la lettura delle zone del viso collegate con organi e apparati interni, possiamo leggervi l’intero organismo. Quindi l’uomo è parte dell’insieme e nel suo essere riflette l’insieme. Ciò che è in alto è anche in basso, ciò che è a destra è anche a sinistra per il raggiungimento di una sola cosa. Al centro c’è il vero cosmo, quello che costituisce il termine di paragone e che come tale non è né grande né piccolo, ma semplicemente è. L’uomo è il compendio del perituro e dell’immortale, dell’immanente e del trascendente e con esso ed in esso si conciliano apparenza e realtà. I problemi del corpo sono indicatori delle evasioni della mente, dei cambiamenti del cuore e di un ampliamento della coscienza, che vogliono riportarci alla riconquista del vero se superiore. La riflessologia è un trattamento particolare rivolto all’individuo nella sua totalità, anche l’operatore deve essere una persona un po’ speciale. Deve essere in grado di coinvolgere la sua interiorità e di possedere una grande sensibilità per entrare profondamente in contatto e in sintonia con colui che viene trattato e mettere in atto le caratteristiche energetiche e sottili, come la capacità di osservazione, di attenzione e di ascolto dell’altro. Il riflessologo deve possedere una ben precisa specializzazione e un’ineccepibile preparazione tecnico professionale acquisita attraverso un profondo percorso di pratica e di studio, seguito da un intenso tirocinio. In realtà la preparazione di un operatore olistico non finisce mai, in quanto il tipo stesso di studio e di pratica porta l’allievo, una volta diventato professionista, a sviluppare e conservare nel tempo l’atteggiamento tipico del ricercatore che continuamente studia e si aggiorna. Il ricevente deve confrontarsi, non solo con un operatore preparato a trattare in modo adeguato i suoi squilibri, ma deve anche poter contare su una persona attenta, sensibile e disponibile a cui affidarsi con fiducia in un rapporto di reciproca ed attiva collaborazione. In questo scambio l’operatore pazientemente e sapientemente guida e stimola, mentre il ricevente prende coscienza dei suoi squilibri e intraprende quel percorso che lo renderà responsabile e partecipe del processo di ripristino di un migliore equilibrio psicofisico.

Estratto da:

  • “Riflessologia pratica. L’incontro tra corpo e anima tecniche semplici ed efficaci per una salute olistica”.  Hermes edizioni marzo 1999
  • “Trattato di riflessologia. Principi e tecniche della riflessologia zonale” di Gerarda Buoninconti ed. Om Edizioni prima edizione maggio 2011
  • “I segreti della riflessologia” di Fabio Nocentini Hermes aprile 2009

 

La riflessologia della mano

Il massaggio zonale della mano e del piede è pressoché simile. Sulla mano la reciproca posizione dei punti non si discosta da quella anatomica degli organi e delle altre parti del corpo rispetto al piede.

Occorre aggiungere che alcune persone preferiscono praticare o ricevere il trattamento sulle mani e altri sui piedi, quindi la questione è prettamente soggettiva.

Bisogna però fare delle considerazioni.

La riflessologia plantare è considerata più efficace perché il piede ha un ruolo cruciale per la sopravvivenza, è maggiormente innervato ed è più sensibile alle tecniche pressorie.

La mano, dal canto suo, possiede pregi unici in quanto è più accessibile per l’autotrattamento e perché rappresenta una parte del corpo sulla quale si può lavorare più frequentemente.  Il trattamento della mano può essere scelto nei casi in cui il piede non può essere trattato (per malattia, immobilità, ecc.), per il tipo di lavoro che si svolge, per vergogna, e per situazioni traumatiche.

Comunque, è importante aggiungere che, non importa in quale parte del corpo si riceverà il trattamento, ma è importante essere consapevoli che ci si prenderà cura di sé stessi in modo attivo.

Estratto da: dispensa A.MI. UNIVERSITY “Riflessologia della mano-corso online” a cura di Alessandra Sartorio – anno 2021

 

Attestato RIFLESSOLOGIA della MANO – maggio 2021

RIFLESSOLOGIA DELLA MANO

La riflessologia del viso

La riflessologia facciale consiste in una tecnica di massaggio zonale come si esegue su mani e piedi ma in questo caso applicato sul viso del soggetto. Attraverso il trattamento sulle zone riflesse del volto, è possibile aiutare manifestazioni di disequilibrio di organi e parti del corpo. Oltre al sistema nervoso e dei meridiani, il corpo umano è provvisto di un sentiero riflessologico per cui ad ogni stimolo è correlata una risposta organica. La riflessologia facciale non utilizza aghi, ma strumenti come bastoncini dalla punta arrotondata o semplicemente il tocco delle dita con pressioni più o meno forti a seconda delle necessità.

Inoltre, è utile sapere che esiste un forte legame tra le zone del viso e la parte emozionale ad essa connessa sempre facendo riferimento alla medicina tradizionale cinese con i suoi cinque movimenti/elementi. L’operatore cioè tratta alcuni punti del viso lavorando sulle terminazioni nervose, come nella riflessologia plantare o della mano, stimolando determinate zone che corrispondono a organi o parte del corpo specifiche. Questo succede anche durante il massaggio shiatsu al viso (che io eseguo non solo durante la riflessologia al viso ma anche durante un trattamento di tecniche manuali olistiche). Si rimuovono blocchi energetici presenti sui 12 principali meridiani.

L’operatore può utilizzare oli o creme sul viso per facilitare il trattamento ed il rilassamento, candele profumate, cromoterapia, musica rilassante, ecc…. Si può aggiungere anche nel trattamento strumenti di pietra quali roller, funghetti, gua sha, maschera occhi, ecc.. di quarzo rosa e di giada verde. Queste pietre sono collegate al quarto chakra o chakra del Cuore. Gli strumenti per il viso composti da queste pietre e presenti in varie forme venivano anticamente usati nei vari trattamenti di bellezza. L’effetto del trattamento è legato anche alla temperatura della pietra, il caldo non è appropriato. Si utilizzano pietre fredde per avere un effetto tonificante, decongestionante e riattivante del sistema circolatorio.

Come gli altri trattamenti olistici, la riflessologia facciale non cura il sintomo ma la causa che è alla base del malessere del soggetto che è venuto a farsi trattare. Si ci può sottoporre alla riflessologia in genere sia a livello preventivo che come ripristino dell’equilibrio energetico.

Estratto da: dispensa A.MI. UNIVERSITY “Riflessologia del viso” a cura di Nadia Facchin – anno 2023

 

CORSO DI AGGIORNAMENTO
Elementi di
Riflessologia del Viso
marzo 2023

RIFLESSOLOGIA DEL VISO
giugno 2023